Il punto cirtico sta nell'aver scelto fornitori che sono dotati di grandi impianti funzionali alla produzione su larga scala e, conseguentemente, poco flessibili, per esternalizzare la produzione di un prodottoo di nicchia. La produzione di prodotti per celiaci ( e non solo) sembra poco compatibile.
Non sono pienamente d'accordo con l'appunto della Dot.ssa Tina Luciano. E' vero che grandi impianti tendono (ma non necessariamente) ad assumere una certa rigidità produttiva, ma questo solo per sfruttarne le economie di scala conseguenti.
Si ricordi che, affinchè un bel progetto decolli, esso deve superare il "test dell'economicità" e cioè deve essere economicamente fattibile e vantaggioso sia per i clienti in termini di prezzi che per i produttori in termini di mark-up.
In fine il progetto è ecosostenibile e chiaramente l'accesso al fotovoltaico può essere solo appannaggio di grossi produttori. PS: I ragazzi nel video sono troppo simpatici. :)
Importante basarsi su un prodotto di qualità (artigianale) e soprattutto il tentativo di innovare il prodotto. Meno apprezzabile le modalità di distribuzione previste, troppo classiche, indistinguibili e quindi non facili.
Quando c'è il marchio della "Puglia" oramai c'è tutto. Il nostro territorio, nella consapevolezza comune produce solo cose buone. Concordo con l'attenzione ai canali distributivi, e occhio al packaging per distinguersi e far passare la ecosostenibilità per colpire un target alto, disposto a spendere